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Trekking, borraccia e tisane: un racconto wild del Sentiero del Viandante

Il racconto di un cammino di 3 giorni sulla sponda orientale del lago di Como, in compagnia delle tisane Wilden

Il Sentiero del Viandante è un percorso tra i 40 e i 50 km che costeggia il perimetro orientale del Lago di Como, quella sponda del ramo lecchese che unisce alcuni tra i più bei paesi lariani: Mandello sul Lario, Lierna, Dervio, Varenna fino a Colico. Il sentiero, ormai diventato un grande classico dell’escursionismo del Nord Italia, si snoda tra antiche mulattiere, sentieri nel bosco, borghi in cui il tempo si è fermato e panoramiche mozzafiato di monti e, ovviamente, il lago, assoluto protagonista di questa avventura.

Noi di Wilden ce lo siamo fatti raccontare da due collaboratrici che l’hanno vissuto in prima persona e che lo definiscono, in pieno stile selvaggio, un abbraccio alla lentezza, alla natura e ai suoi infiniti simboli.

Trekking, borraccia e tisane: un racconto wild del Sentiero del Viandante

Borraccia, zaino e altro: cosa portare in un trekking di 3 giorni

Ci sono tanti modi di vivere il cammino del Sentiero del Viandante: la prima scelta, ad esempio, è la suddivisione in tappe. Per noi quella in 3 si è rivelata ottimale: da Lecco a Lierna, poi ancora da Lierna a Bellano e ancora Bellano-Colico, per una media giornaliera di 16-17 km al giorno e un percorso pressoché alla portata di tutti.

Per quanto riguarda l’orientamento, il nostro consiglio è lasciare le carte a casa (se puoi, non stampare nulla) e di affidarsi alle app per il calcolo dei percorsi e sentieri di hiking e trekking, ancor più se permettono di scaricare offline le mappe. Durante il Sentiero del Viandante non rischi mai di rimanere senza segnale ma togliere i dati dal proprio smartphone è un’azione liberatrice, che sancisce a tutti gli effetti l’impegno che si fa con la natura: abbracciarla con i propri occhi, non dietro uno schermo.

Poi si passa alla preparazione dell’attrezzatura: se decidi di appoggiarti alle tantissime strutture nei vari paesi del cammino, basta portarsi dietro uno zaino dalla capienza di 25-30 litri, sufficiente per 3 giorni nel periodo primaverile con 15-20 gradi in media e per ospitare un minimo vestiario, un kit di pronto soccorso basico e il cibo giornaliero. Importantissima è la conoscenza dei punti acqua (parecchi durante il percorso) e la scelta di una borraccia, nel nostro caso una Kinto da 500 ml. Kinto è un brand giapponese particolarmente attento a stili di vita consapevoli e dinamici e le sue borracce coniugano funzionalità e resistenza – oltre a essere ideali per preservare la temperatura e gli aromi delle tisane Wilden!

Tisane e trekking: una combo vincente

Natura chiama natura: noi ne siamo talmente convinte che abbiamo deciso di portare con noi in questa avventura del Sentiero del Viandante ben 3 tisane Wilden, una per ogni giorno, una più versatile dell’altra: un Remedium n. 0 – Morning, perfetto per suonare la carica mattutina e iniziare la giornata col piede giusto (letteralmente!), un Remedium n. 6 – Relax, per l’agognato momento di stop dopo la tappa giornaliera, e un Remedium n. 3 – Digestive, dal gusto fresco e dolce, ottimo in sostituzione dell’acqua.

Non sappiamo se è una sorta di segreto, ma noi vogliamo che tutti lo sappiano: portare le tisane in un’esperienza di trekking o di cammino è una scelta azzeccatissima! E pure facilissima da preparare: se la vuoi gustare in infusione a caldo, basta un po’ di acqua da scaldare con un fornelletto (se sei in autonomia con tenda/tarp e sacco a pelo) oppure con un thermos, sempre più onnipresente in stanze o B&B; se vuoi qualcosa di diverso, allora lasciala in infusione fredda una notte. Così mentre tu riposi dopo una tappa, le erbe iniziano un’infusione lenta e ricca di sfumature di cui potrai godere il giorno dopo.

E poi, vuoi mettere la sensazione di sorseggiare una tisana nella natura, passo dopo passo, direttamente dalla borraccia, senza fermarti? O ancora fare una pausa in un borgo senza tempo, mangiare delle more e bere una Digestive fresca?

Trekking e natura: il senso simbolico di un cammino

Un cammino è un viaggio fuori e dentro di sé. Un viaggio estremamente naturale che permette di ammirare diversi panorami e di esplorare un paesaggio interiore, il proprio; un modo di conoscere il proprio corpo e, semplicemente, di sentirsi liberi ed esistere. Di stupirci alla vista di una lunga distesa di olivi accanto al sentiero, di riconoscere gingko biloba, allori e cipressi, magnolie e palme; di prestare orecchio al richiamo di un nibbio in cielo; di scendere verso un ruscello all’ombra, di riprendere fiato e di alzare lo sguardo verso il lago, calmo come una distesa d’olio.

Alla fine del Sentiero del Viandante abbiamo iniziato a leggere un libro che ha illuminato di senso quest’esperienza: s’intitola Troverai più nei boschi di Francesco Boer, esploratore, alchimista e scrittore e in un capitolo scrive:

La natura ci parla tramite i simboli. Un prato, un bosco, un fiume: non sono soltanto luoghi esteriori, ma spazi dell’anima. La vera essenza del simbolo è nel rapporto che fa vibrare contemporaneamente il nostro cuore e il mondo esterno. Soltanto così, con questa empatia, possiamo accedere alla relazione con la natura”.

Il rapporto che instauriamo con la natura – e il senso del cammino – assumono i connotati del simbolo: umanizzando gli elementi (prato, bosco, fiume, lago), riceviamo il riflesso cosmico della natura ed entriamo a far parte di un universo che, senza il prezioso linguaggio simbolico, ci parrebbe precluso, segreto, estremamente intimo e inaccessibile.

Al cammino, Boer dedica queste parole:

Ogni cammino inizia dal primo passo. Anche camminare, in fin dei conti, è un simbolo. Nel viaggio di un pellegrino si rispecchia la vita intera. Partire è nascere, arrivare non è morire, ma giungere alla soddisfazione di aver percorso un cammino degno di questo nome”.

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