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Storia delle erbe officinali per curarsi: uno sguardo alle culture e tradizioni che ispirano Wilden.herbals Health

Curarsi con le erbe medicinali è una pratica che risale all’alba dell’umanità. Diamo uno sguardo alle origini dell’erboristeria, della medicina tradizionale cinese, delle pratiche ayurvediche e della fitoterapia italiana

È la storia a dircelo: abbiamo sempre cercato foglie, cortecce, fiori e radici che potessimo utilizzare come medicine, ci sono testimonianze archeologiche che ne provano l’utilizzo già nel Paleolitico, oltre 60.000 anni fa. Le prime personalità storiche che vengono nominate come cultori e sperimentatori delle piante officinali sono Dioscoride che scrisse il “De Materia Medica”, un vero e proprio erbario medico, e Galeno, medico e farmacista romano che introdusse all’utilizzo di nuove piante che consumiamo ancora oggi, tra cui l’Uva ursina, usata come antisettico e diuretico.

Ma la cultura mediterranea non è certo l’unica che storicamente si è interssata alle erbe medicinali, anzi. 

Cosa si intende con Medicina Tradizionale Cinese (MTC)?

La Medicina Tradizionale Cinese è una pratica antichissima eppure  ancora oggi utilizzata. Alla base di questa filosofia c’è la concezione dell’essere umano come centro dell’universo, a metà strada tra il divino e il terreno. Il movimento del mondo e dei suoi elementi (acqua, terra, metallo, legno e fuoco) danno origine allo yin e allo yang, due opposti. Lo yin e lo yang del corpo si bilanciano tramite le energie degli umori corporei e degli organi interni. Le erbe medicinali servono proprio per correggere e mantenere l’equilibrio dello yin e dello yang. Per questo si dice che l’obiettivo della MTC non è tanto una malattia specifica quanto l’equilibrio del paziente.

Quali sono le piante officinali più utilizzate nella Medicina Tradizionale Cinese?

  • Astragalo (Astragalus propinquus): per il diabete e la circolazione
  • Angelica / Dong quai (Angelica sinensis): per il suo effetto estrogenico, utilizzato per regolare ed equilibrare gli ormoni
  • Zenzero (Zingiber officinale): come cura contro la stanchezza, la mancanza di energia e il freddo
  • Liquirizia (Glycyrrhiza glabra): per problemi gastrointestinali, per curare malaria, insonnia e infezioni
  • Panax ginseng (Panax ginseng): considerato un adattogeno, ovvero che stimola la resistenza del corpo ai fattori di stress riequilibrando l’energia, stimolando la mente e aumentando la vitalità degli organi

Cos’è la medicina ayurvedica (anche detta tradizionale indiana)?

Anche la medicina ayurvedica ha testimonianze antichissime, tra cui alcuni testi scritti tra il 2700 e il 1500 a.C. In questo caso, era usanza culturale intervenire sulle malattie tramite la dieta alimentare, ecco perché piante e erbe officinali non potevano non farne parte.

Secondo la cultura ayurvedica l’universo è una combinazione di cinque elementi (etere, aria, fuoco, acqua e terra) che si ritrovano anche nell’essere umano, distribuiti in tre forze che governano i processi vitali. Lo stato armonioso di queste forze (chiamato dosha) equivale a equilibrio e quindi salute, mentre la malattia corrisponde a un eccesso o una carenza in questi elementi.

Quali sono le piante officinali più utilizzate nella medicina ayurvedica?

  • Zenzero (Zingiber officinale): per migliorare la digestione
  • Ashwagandha (Withania somnifera): per aiutare il corpo a gestire lo stress, per aumentare la qualità del sonno, la memoria, la crescita muscolare e la fertilità maschile
  • Cumino (Cuminum cyminum): per potenziare l’attività degli enzimi digestivi e facilitare la funzionalità epatica, contrastando i fattori di rischio del diabete tipo 2 e delle malattie cardiache
  • Curcuma (Curcuma longa): come antiossidante e antinfiammatorio, contribuisce a migliorare la salute del cuore e del cervello
  • Liquirizia (Glycyrrhiza glabra): per ridurre le infiammazioni, combattendo contro virus e batteri

La scienza erboristica in Italia

La conoscenza erboristica in Italia (e nel resto d’Europa) fu diffusa dai monaci cristiani dal IX all’XI secolo. Durante questo periodo le piante furono studiate e le conoscenze condivise, ma è solo dopo la scoperta dell’America che inizia un vero e proprio processo di fusione tra la cultura curativa europea e quella d’oltreoceano, alterando per sempre il corso dell’erboristeria.

L’Italia ha una lunga tradizione legata all’uso delle piante officinali e attualmente è il primo paese europeo come crescita di mercato perché le erbe vengono utilizzate in tanti settori diversi, non solo in cucina, ma anche per gli integratori e nella cosmesi. 

Quali sono le piante officinali più utilizzate in Italia?

  • Ginko (Ginkgo biloba): usato contro l’ansia, per riequilibrare la salute mentale, migliorare la circolazione e il flusso sanguigno
  • Finocchio (Foeniculum vulgare): per ridurre coliche, gonfiore, gas e diarrea. Ma anche contro i crampi mestruali e per favorire l’allattamento al seno
  • Passiflora (Passiflora incarnata): per regolare i sintomi della sindrome premestruale e della menopausa, per combattere ansia, insonnia e stress
  • Camomilla (Chamomilla recutita): per i disturbi digestivi e nervosi che comportano irrequietezza e insonnia. Tramite impacchi è usato anche per infiammazioni e irritazioni della pelle e delle mucose
  • Carciofo (Cynara cardunculus): ricco di antiossidanti, contribuisce nella digestione e più generalmente alla salute del fegato

Culture diverse, stessa filosofia

Come abbiamo visto, esistono tante culture che si avvicinano alla salute in maniera diversa, condividendo però lo stesso interesse nei riguardi della natura. È innegabile che le piante siano custodi di benefici per la salute e l’equilibrio del nostro corpo.

La nostra linea Wilden.herbals Health trae ispirazione da tutti questi saperi per dare vita a nuovi prodotti che promuovano la salute, aiutando a ritrovare l’equilibrio. Stiamo sviluppando quattro nuove ricette a base di ginkgo (per mitigare gli stati di ansia), finocchio (per aiutare l’allattamento), zenzero (per contrastare la sindrome pre-mestruale), uva ursina (per combattere le infezioni del tratto urinario). Ma questo è solo l’inizio.

Bibliografia

  • Petrovska, Biljana Bauer. “Historical review of medicinal plants’ usage.” Pharmacognosy reviews vol. 6,11 (2012): 1-5. doi:10.4103/0973-7847.95849
  • WHO. WHO monographs on selected medicinal plants. Volumes 1-4. 2009. 
  • ISMEA: PIANTE OFFICINALI IN ITALIA: “UN’ISTANTANEA DELLA FILIERA E DEI RAPPORTI TRA I DIVERSI ATTORI” Giugno 2013. 
  • Robin DiPasquale. Herbalgram.”The Aboca Museum: Displaying the History of Herbal Medicine in Italy and Europe” Issue 65: page 50-57. https://www.herbalgram.org/resources/herbalgram/issues/65/table-of-contents/article2795/ accessed 13/10/22
  • Patwardhan, Bhushan et al. “Ayurveda and traditional Chinese medicine: a comparative overview.” Evidence-based complementary and alternative medicine : eCAM vol. 2,4 (2005): 465-73. doi:10.1093/ecam/neh140
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