Rewilding Appennines Seminar: valorizzazione e vivibilità 2.0
Cosa vuol dire oggi popolare aree rurali a bassa densità abitativa? Rewilding Appenines, convegno svoltosi nel verde Abruzzo, intende riflettere sull’abitare futuro.
In questo articolo racconteremo Rewilding Appennines Seminar: il progetto; il seminario, Rewilding Appennines Seminar e Wilden.herbals.
Arrivare a Pettorano sul Gizio da Milano è stata già di per sé un’avventura, partita costeggiando per buona parte l’Appennino centrale fino a Pescara, fino ad addentrarsi verso “i parchi”.
Rewilding Appennines Seminar: il progetto
Di questi tempi, viaggiare è ancora più speciale. Se poi il motivo del viaggio è raggiungere un piccolo borgo immerso in un parco nazionale dell’Abruzzo per un seminario (Rewilding Appennines, ndr) sulle opportunità di progettazione dei territori rurali, le sensazioni sono fin da subito molto positive: c’è bisogno di ragionamenti condivisi intorno a una nuova vivibilità. Occorre pensare a nuovi mestieri, nuove connessioni, nuove comunità.
Rewilding Appennines Seminar: il seminario
Il Seminario, svoltosi dal 1 al 4 ottobre, è stato un momento speciale di intreccio di storie di vita, racconti e punti di vista a supporto di un diverso immaginario di progettazione della vivibilità dei parchi naturali e dei suoi abitanti animali, vegetali e umani.
Rewilding Appennines Seminar e Wilden.herbals
Noi di Wilden.herbals siamo all’inizio del nostro percorso imprenditoriale, partito da una grande città come Milano, non senza le difficoltà del caso, ma siamo felici di fare la nostra parte per avvicinarci alla terra. È un percorso lungo e impervio quello per costruire filiere e richiede tempi che seguono i cicli delle stagioni e dei raccolti.
Durante il seminario abbiamo condiviso il nostro percorso, raccontato dove siamo; come per noi oggi è importante progettare un’identità coerente, fatta di principi e valori ecologici e creativi. Il tutto senza dimenticarsi della dimensione digitale, oggi fondamentale per esistere.
Le piante officinali sono un’opportunità per le aree rurali e marginali del nostro paese e non solo. Occorre dunque valorizzare le varietà endemiche, imparando a conoscere i loro usi e proprietà, per arricchire le nostre ricette e riaccendere il valore dei saperi tradizionali e la loro continua avanguardia.
Le aree marginali del nostro paese sono infatti luoghi per tanti aspetti complessi da abitare se pensiamo alla vita urbana frenetica e asettica, ma allo stesso tempo offrono nuovi orizzonti di vita, soprattutto considerando il momento di crisi del mondo città.
Fare rete in aree rurali, creare residenze temporanee, servizi partecipati; intrecci di opportunità e contaminazione. Ridisegnare i borghi, luoghi ideali di approfondimento, come centri creativi connessi e in fermento, intrecciati, però, alla vita semplice e creativa.
Il paesaggio, non è solo un panorama geografico, ma è soprattutto l’interiorizzazione del mondo interno nel mondo esterno. È composto da spazi, materiali, rumori, odori e sguardi e i luoghi altro non sono ciò che noi ne facciamo.
Possiamo pensarci, dunque, più resilienti e creativi.
È il momento giusto.
di Nicola Robecchi