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Malva, tutta la morbidezza in una pianta

Al solo sentirla viene voglia di rilassarsi: in questo articolo, vi raccontiamo origini, proprietà e usi della malva, la pianta emolliente per eccellenza.

Indice degli argomenti:

La pianta
Quali sono le proprietà e i benefici della malva?
Come usare la malva?
Curiosità

La pianta

Come sempre, cominciamo con un po’ di botanica: la malva sylvestris, chiamata anche malva selvatica, appartiene alla famiglia delle Malvacee; è una pianta erbacea biennale o perenne che può raggiungere il metro di altezza. Le sue foglie sono divise in 5-7 lobi e i fiori, di colore rosa-violaceo, hanno 5 petali e compaiono dalla primavera all’autunno. La malva ama i terreni ricchi e porosi, cresce sovente sul ciglio delle strade submontane. Di origine euro-siberiana, oggi è presente in tutta la Penisola italiana. Tra le varietà di malva usate nella medicina tradizionale – in Siria studi archeologici hanno provato il consumo di questa pianta a scopi medicinali già 3000 anni fa – quella Sylvestris emerge per i suoi molteplici benefici: vediamo quali sono.

Fiore di malva

Quali sono le proprietà e i benefici della malva?

Pianta ‘morbida’ per eccellenza, la malva ha proprietà antinfiammatorie, leggermente lassative e lenitive. È consigliata per regolarizzare l’intestino e come emolliente della bocca e della gola in caso di bronchiti, ascessi dentari, afte, gengiviti, infiammazioni. Funge poi da espettorante, diuretico e decongestionante delle mucose. Nella medicina tradizionale poi, è sempre stata consumata come disintossicante del fegato e per il bruciore di stomaco.

Come usare la malva?

Uso officinale: la malva è ampiamente utilizzata in tisane e preparazioni farmaceutiche per le sue proprietà sedative ed emollienti. Non a caso abbiamo decisa di selezionarla come ingrediente per il nostro Remedium n.1 – Night, in grado di conciliare il sonno e di migliorare la qualità del riposo notturno. Inoltre, riappropriandoci dell’uso tradizionale di consumare la malva per la depurazione del fegato, abbiamo voluto inserire quest’erba portentosa anche nel Remedium n.4 – Hangover, insieme ad altre 11 piante che sinergicamente lavorano a favore di fegato, stomaco e intestino, rilasciando una marcata sensazione di tonicità ed energia. 
Uso in cucina: si può dire che della Malva non si butta via niente! Foglie e getti giovani, ricchi di calcio e ferro, possono essere consumati in una fresca insalata mista o cotti come verdura. Si possono cuocere i suoi rami più teneri per arricchire minestroni o consumarli come contorno conditi con olio sale e limone o come farcia per ravioli, polpette e frittate. I bellissimi fiori si possono friggere in pastella o lasciati al naturale per colorare torte e insalate; infine, se essiccati, si possono impiegare per aggiungere un tocco di colore a miscele per tisane. 
Uso cosmetico
: creme per le mani, shampoo, bagnoschiuma, dentifrici, colluttori e lozioni cutanee…anche qui la ‘morbidezza’ è assicurata!

Curiosità 

Il nome del genere deriva dal greco malakos, “molle”, proprio in riferimento alle virtù emollienti della pianta; secondo alcuni invece, la derivazione sarebbe da “mal va” cioè “via al male”. 
Nell’antichità era seminata intorno ai sepolcri, perché era simbolo di dolcezza e conferiva pace e serenità alle anime dei morti. I Pitagorici la consideravano una pianta sacra, con il potere di liberare gli uomini dalla schiavitù delle passioni.

Bibliografia

  • Luciano, R. and Gatti, C., 2014. Erbe spontanee commestibili. Boves (CN): Araba fenice. 
  • Bulgarelli, G. and Flamigni, S., 2015. Guida pratica alle piante officinali. Milano: Hoepli Editore.
  • Gasparetto, João Cleverson, et al. “Ethnobotanical and scientific aspects of Malva sylvestris L.: a millennial herbal medicine.” Journal of Pharmacy and Pharmacology 64.2 (2012): 172-189.
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