Agnocasto, un antico rimedio per ritrovare l’armonia
Una pianta cara a chi cerca una soluzione naturale per regolare l’equilibrio degli ormoni femminili. Andiamo alle radici per scoprire effetti benefici, storia e usi del pepe del monaco
Agnocasto: anatomia botanica
L’agnocasto, vitex agnus castus, è una pianta spontanea perenne appartenente alla famiglia delle verbenaceae caratterizzata da una corteccia grigio giallastra e dal portamento cespuglioso di piccolo albero o grande arbusto.
Le foglie sono opposte, con lamina digitiforme di colore verde-grigio e hanno un odore simile a quello della salvia. I fiori, che sbocciano tra giugno e settembre, possono essere di colore rosa o più raramente bianchi, ma la varietà più nota è quella di colore viola lavanda. Ai fiori seguono piccoli frutti o drupe sferico-tondeggianti, leggermente carnosi, che contengono scuri semi sferici simili al pepe nero.
Agnocasto: origine e habitat
L’agnocasto è originario dell’Europa e dell’Asia Centrale, ancora oggi lo troviamo in tutto il Medio Oriente e nella regione del Mediterraneo. È una pianta che cresce e vive bene lungo le coste, spesso in compagnia di piante tipiche di questi luoghi come il mirto, l’oleandro e le tamerici.
Cresce nei climi temperati ed è capace di adattarsi a qualsiasi suolo, ma il suo habitat d’elezione sono le sponde di fiumi o torrenti che portano verso il mare o le dune circostanti: luoghi umidi dove cresce in maniera spontanea.
Agnocasto: proprietà e benefici
L’agnocasto è ricco di flavonoidi, alcaloidi e oli essenziali con proprietà terapeutiche e benefiche di tipo rilassante e lenitivo, ma quello che la rende così ricercata in erboristeria è il suo potere di agire in maniera riequilibrante sugli ormoni che regolano il ciclo di fertilità della donna. L’agnocasto, infatti, viene suggerito come rimedio per ridurre i sintomi sia fisici che emotivi legati alla sindrome mestruale, tra cui le diverse irregolarità legate al flusso scarso o eccessivo e alla durata troppo breve o troppo lunga.
Nella sindrome premestruale, l’agnocasto contribuisce ad alleviare i sintomi più comuni come la cefalea, la tensione che provoca dolore al seno o al basso ventre, le manifestazioni acneiche sul viso, il senso di spossatezza, ansia e irritabilità. Tutte proprietà per cui noi di Wilden l’abbiamo selezionato come ingrediente essenziale della nostra tisana biologica PreCycle, un integratore alimentare che aiuta a vivere più serenamente il ciclo mestruale. Tra i suoi ingredienti, insieme all’agnocasto, troverai anche melissa e zenzero per un effetto sinergico contro i crampi e i disturbi gastrici, ma anche per aiutare negli sbalzi di umore.
Agnocasto: come utilizzarlo
L’agnocasto è conosciuto anche come monk’s pepper (pepe del monaco) perché le sue foglie e le sue bacche, una volta maturate, hanno un profumo e un sentore tra il pepato e il resinoso. Avendo però un sapore dal finale spiccatamente amarognolo, è raro che in cucina vengano utilizzate da sole, ma si trovano spesso accompagnate da altri ingredienti aromatici come coriandolo e cumino per creare delle miscele più equilibrate. Come nel caso del Ras el Hanout, un prodotto diffusissimo in tutto il Maghreb che, oltre all’agnocasto, include tante altre spezie tra cui noce moscata, cannella, macis e anice.
Oltre alle tisane, l’agnocasto viene usato anche negli integratori alimentari, ma quello che più ti stupirà è che i suoi fiori possono essere usati anche per preparare un profumo mentre dalle foglie dai semi e dalle radici si ottiene un colorante giallo.
Agnocasto: curiosità
- Il suo nome latino, vitex agnus castus, ha diverse origini. Contiene la parola vitex, che significa intreccio, perché i suoi rami flessibili ma robusti venivano usati per creare cestini o anche strutture di difesa come palizzate. Poi ci sono agnus, ovvero agnello, e castus cioè casto, che fanno riferimento a una leggendaria proprietà anafrodisiaca. Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia scrive che veniva messo sui letti delle donne ateniesi per garantire la loro fedeltà quando i mariti andavano in guerra.
- Il nome monk’s pepper arriva invece dal Medioevo e segue e ricalca questa storia. Si dice infatti, che venisse coltivato negli orti dei monaci per aiutarli nel voto di castità.
- Tradizionalmente l’agnocasto era usato nella medicina popolare non solo per contrastare i disturbi del ciclo ma anche per tutti i sintomi classici della menopausa come le vampate di calore, il gonfiore addominale e la ritenzione idrica.
Bibliografia
- Birgit Frohn, La medicina dei monasteri, Editrice Pisani, 2004
- Ida Salusso, Erbe consentite erbe proibite, Verde Libri edizioni, 2014
- Nuovo erbario figurato G. Negri, edizioni Hoepli, 2010