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Sambuco, l’albero magico per tradizione

Il sambuco è una specie misteriosa con origini antichissime. La tradizione folkloristica, soprattutto quella dell’Europa del Nord, gli attribuiva ben sette virtù magiche, una per ogni parte della pianta.

Sambuco: anatomia botanica 

Il Sambucus comprende varie specie, le più comuni sono il Sambucus nigra (dalle bacche nero-violacee), il Sambucus racemosa (bacche rosse) e il Sambucus ebulus. A quest’ultimo bisogna prestare molta attenzione perché, pur assomigliando molto ai primi due, è una varietà molto velenosa per gli esseri umani.

La specie di nostro interesse è il Sambucus nigra, conosciuto anche come sambuco nero o sambuco comune, una pianta che può assumere sia la forma dell’albero che dell’arbusto, appartenente alla famiglia botanica delle Adoxaceae o Caprifoliacee.

Anche se ascrivibile alla famiglia delle siepi, il sambuco è a tutti gli effetti un alberello di piccole dimensioni che può arrivare fino a un massimo di 10 metri di altezza. Ha un tronco eretto molto ramificato dalla forma contorta e irregolare, caratterizzata da tanti nodi. Ma sono i fiori la parte più appariscente e riconoscibile di questa pianta, anche grazie al loro caratteristico odore che annuncia la presenza dell’arbusto fin da una notevole distanza. Piccoli, di un color bianco panna o avorio, si trovano riuniti in infiorescenze a forma di ombrello che possono raggiungere anche i 20 cm di diametro. La loro fioritura comincia con i primi caldi della tarda primavera e dura per tutto il mese di luglio. Come vedremo tra poco, sono molto usati in ambito fitoterapico, erboristico e per preparare diverse prelibatezze culinarie.

A rendere questa specie molto amata (soprattutto dalle tante specie di uccello che se ne cibano) sono i frutti, delle piccolissime bacche di forma globosa lucide e succose. Dapprima di colore verde, poi viola scuro e nerastra, arrivano a piena maturità alla fine del mese di agosto ma rimangono sull’albero fino a ottobre inoltrato.

Se incontrate questa pianta sul vostro cammino fate attenzione a coglierne i frutti solo quando sono pienamente maturi, da acerbi contengono alte concentrazioni del glicoside sambunigrina, un elemento tossico per gli esseri umani se consumato in elevate quantità. 

Sambuco: origine e habitat

Il Sambucus nigra è una specie caducifoglia, ovvero perde le sue foglie ogni anno durante l’autunno, e predilige i terreni umidi dei boschi. Originario del Nord Africa e dell’Europa, oggi è una specie piuttosto cosmopolita ed è facile trovarlo anche in Asia centrale o Occidentale e in Nord America. 

In Italia è presente da 0 a 1400 m di altitudine e il suo habitat preferito si estende dalla pianura fino agli altipiani. Potresti incontrarlo ai bordi delle strade di campagna o in collina, ma anche in zone più urbanizzate come i parchi di città.

Sambuco: proprietà e benefici 

L’uso del sambuco nella medicina popolare e nella medicina tradizionale risale a tempi molto antichi, basti pensare che tracce delle sue bacche sono state rinvenute addirittura in insediamenti del Neolitico. Diversi testi storici riportano l’uso di fiori e frutti principalmente per il trattamento del raffreddore e come espettorante, in caso di febbre, ma anche per il trattamento di coliche, sinusiti, congiuntiviti, mal di testa, reumatismi e, non ultimo, come lassativo.

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Sambuco: come utilizzarlo 

Il Sambuco si presta a innumerevoli utilizzi. Ad esempio in erboristeria, dove si utilizzano tutte le sue parti: fiori, foglie, bacche e cortecce vengono impiegati per la preparazione di decotti, tisane e sciroppi per il trattamento di numerosi disturbi.

Oppure, per ricette più casalinghe: i fiori di sambuco sono utilizzati per preparare frittelle o pani aromatizzati, si possono mettere a bagno per ricavarne elisir o sciroppi rinfrescanti; e ancora per deliziose marmellate o liquori. La famosissima Sambuca è, infatti, un liquore a base di anice che prende il suo nome da un altro ingrediente: un estratto ottenuto dal fiore di questa pianta.

Sambuco: curiosità 

  • Il suo nome deriva probabilmente dal greco antico sambúkē , un termine che indicava un piccolo strumento musicale a fiato. I rametti giovani e lunghi del sambuco, infatti, sono ripieni di un tenero midollo molto facile da svuotare per realizzare dei tubi vegetali che possono fungere da rudimentali flauti.
  • Le proprietà curative del sambuco erano così apprezzate in Germania e Austria che l’albero era comunemente chiamato ”Farmacia degli Dei”. La tradizione contadina voleva che al suo cospetto ci si inchinasse 7 volte, perché da 7 delle sue parti si potevano estrarre potenti medicamenti: fiori, con funzione depurante; frutti utilizzati contro mali da raffreddamento; foglie, per impacchi della pelle; corteccia, come riequilibrante intestinale; radici, per fare decotti; resina, usata come pomata contro le lussazioni; germogli, che aiutavano con le nevralgie.
  • Questa pianta, o meglio, un vino aromatizzato con le sue foglie viene utilizzato in una delle più famose commedie nere del cinema d’oro americano “Arsenico e vecchi merletti” diretto da Frank Capra. Le zie del protagonista interpretato da Cary Grant lo usano per avvelenare i loro inquilini con un “sorriso sulle labbra”.

Bibliografia

  • Luciano, Riccardo, e Carlo Gatti, Erbe Spontanee Commestibili. Araba Fenice, 2014
  • Stefano Mancuso, La nazione delle piante. Editori Laterza, 2019
  • Monique Simmonds, Melanie-Jayne Howes, Jason Irving, Piante medicinali. Guido Tommasi Editore, 2020
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