Making Wilden | Ritorno alla terra con Good Land
Wilden.herbals incontra produttori, artigiani, imprenditori e realtà vicine alla filosofia del selvaggio e oggi vi porta a conoscere Good Land, un progetto di rigenerazione rurale.
Ripartire dalle cose semplici e rivoluzionare il modo in cui viviamo. Dietro ogni piccolo atto culturale, si nasconde una passione. È prima di tutto il rispetto per la natura a muovere progetti e produttori vicini a Wilden.herbals. Il fil rouge che li lega è la voglia di vedere il mondo con occhi rinnovati e questa è la loro storia.
Ritornare alla terra, per ritrovare l’essenziale. Seppure molto in voga negli ultimi anni, questo obiettivo sembra ancora irrealizzabile. Tuttavia è possibile ed è quello in cui crede Good Land, giovane impresa di rigenerazione rurale, che crede nel fare rete come strumento per promuovere un’economia attenta alle piccole realtà agricole nel rispetto della natura. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Lucio Cavazzoni e Rita Brugnara — due dei suoi fondatori — e questo è il loro racconto.
Come nasce Good Land?
Good Land nasce ‘per sbaglio’ o meglio per serendipity. L’idea iniziale era dare vita a un progetto che offrisse delle risposte all’interno della tematica/problematica delle aree interne. Nel nostro paese, come del resto in tutta Europa, ci sono intere aree che erano agricole, abbandonate. Un abbandono che porta con sé problemi sia sociali sia ambientali. Laddove c’è abbandono non c’è comunità e dove non c’è comunità viene a mancare la cura del territorio.
Il bosco si riprende le terre coltivate e i pascoli. L’acqua non più ‘regimentata’ erode i terreni e facilita le frane. Aumenta inoltre il rischio di incendi. Esiste una strategia nazionale delle aree interne che ha attivato risorse per facilitare l’economia di simili aree. E ritornando al nostro progetto iniziale, abbiamo creato un team con professionalità diverse, geologi, urbanisti, architetti, sociologi, agronomi, comunicatori, per progettare soluzioni.
Molto velocemente abbiamo capito che gli obiettivi importantissimi della Strategia Nazionale avevano tempi diversi dai nostri. E dunque abbiamo virato il progetto: realizzare prodotti che valorizzassero territori marginali. Li abbiamo chiamati da subito prodotti-progetto. Prodotti che sono il risultato di progetti sul territorio con un forte impatto ambientale, sociale e culturale.
Qual è la vostra filosofia?
La sintetizzo in tre concetti:
Prodotti\ Progetto . Fare prodotti biologici e di qualità per noi sono prerequisiti. Oggi l’oggetto dell’impresa deve comprendere e coincidere fin dall’inizio con una spinta ambientale e sociale riparatrice e di equità. Rigeneratrice. Per questo dietro e dentro ad ogni nostro prodotto ci sono progetti ambientali e sociali di ricostituzione territoriale. Di prosperità territoriale.
Small farming does good . Di fronte ad una industrializzazione costante dell’agricoltura e del cibo noi scegliamo la piccola e media agricoltura, quella che non solo lavora ma vive la terra. La custodisce, ne fa la sua casa che è la casa di tutti. Che nei suoi fondamenti metta la biodiversità ed il rispetto per gli animali che alleva.
Prodotti che sono domande. Ci interessa stabilire una relazione con il fruitore dei nostri prodotti che aiuti conoscenza e consapevolezza circa l’impegno di milioni di agricoltori che spesso senza riconoscimenti, operano socialmente e agronomicamente in modo onesto e pulito contribuendo alla salvaguardia dell’aria, dell’acqua, della fertilità della terra.
In che modo si sviluppa un intervento di Good Land?
Dal bisogno, dalla necessità di fare emergere e valorizzare chi ha a cuore il proprio territorio che è terra innanzitutto, come i grandi tempi dell’accoglienza e della comprensione umana.
Piante e Natura: un aneddoto nella vostra vita/professione.
Le api addette alla nutrizione delle giovani larve, a base di pappa reale e poi di una miscela di polline e nettare, le visitano ogni giorno 3-4 volte per riversare una gocciolina di nutrimento ad ognuna. Fino a 2500-3000 volte per toccarle, accarezzarle. Si chiamano cure parentali. Sorellanza.
Che vuol dire per voi essere “Sani e Selvaggi”?
Mi piace l’abbinamento di queste due parole. Io dico sempre che i nostri prodotti sono selvaggi, wild. Anche gli agricoltori che li producono sono selvaggi. Selvaggi come sono i campesinos che ho conosciuto in Costa Rica. In sintonia con le piante, la terra, gli animali, l’aria, l’acqua. Un equilibrio che non può che portare sanità, santità.
Foto: © 2021 Good Land
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