Erboristeria e meditazione. Alla scoperta del tempo balsamico
Alla fine di luglio, quando Milano comincia a svuotarsi e pian piano non rimangono che le strade deserte e il suono delle serrande che si abbassano, anche il nostro Nicola si è sentito invadere dal desiderio di lasciare la città. Per quest’anno aveva in mente una meta particolare sugli Appennini centrali, lì dove una linea invisibile divide Marche e Umbria.
Il programma prevedeva quattro intensi giorni da trascorrere nel Monastero di Fonte Avellana alle pendici del monte Catria, dove si sarebbe svolto un workshop di erboristeria e meditazione.
A lezione in un monastero millenario
Oltre alla curiosità di imparare qualcosa di nuovo sull’inesauribile mondo delle erbe officinali, era davvero impossibile dire di no all’opportunità di soggiornare in uno dei pochi monasteri ancora oggi attivi in Italia.
Un hype che è cresciuto ancora di più con la scoperta che l’eremo del monastero di Fonte Avellana viene citato niente meno che da Dante nella sua Divina Commedia, probabilmente perché anche lui ne era stato ospite appena 700 anni fa.
A tenere il Corso esperienziale di erboristeria e meditazione è Karin Mecozzi, erborista di Merano con specializzazioni in botanica e naturopatia antroposofica con un approccio goetheanistico e steineriano.
Un’introduzione piuttosto complessa che ci piace semplificare così: seguire l’idea che gli esseri umani e il mondo circostante non sono entità separate, bensì uno stesso divenire cosmico, dove l’essere umano e i suoi pensieri non sono altro che una parte della natura in perenne mutamento.
Una nuova consapevolezza
Durante le giornate grande spazio è stato riservato alle passeggiate all’ombra delle foreste sulle tracce degli eremiti che vivevano questi luoghi. Insieme abbiamo imparato a leggere il paesaggio che ci circonda, a conoscere e riconoscere le specie vegetali che compongono la flora e a leggere lo stadio di sviluppo di una pianta, osservandone la forma delle foglie, l’architettura, il colore, la consistenza al tatto e i profumi.
Ogni passo, ogni sguardo, ogni parola è stato parte di un percorso verso una realizzazione più profonda: l’essere umano è natura.
Noi stessi siamo paesaggio e possiamo reimparare a riconoscerci natura. Una concezione tutta da recuperare dove, senza aver paura della nostra vulnerabilità, possiamo tornare a sentirci natura e a vivere il selvaggio.
Cosa significa tempo balsamico
Ogni pianta ha un momento in cui le sue proprietà, i suoi oli essenziali, la sua forza benefica raggiunge l’apice. L’osservazione della vegetazione a diverse latitudini, con lo scorrere delle stagioni, ci permette di sviluppare pian piano un dialogo con le piante, ovvero di entrare in uno stato di empatia al cui culmine è la pianta stessa a suggerire di essere raccolta. Si tratta di un momento di pura magia che gli erboristi chiamato tempo balsamico. Un momento d’oro nel quale possiamo sentire ancora più forte il nostro legame con l’antico sapere contadino che ce lo ha tramandato.
Vivere la natura selvaggia dentro di noi
Questa esperienza ci ha fatto ricordare perché è nata Wilden.herbals e quale spirito vogliamo trasmettere. È importante saper ritagliare e vivere il tempo da dedicare allo studio, all’osservazione, alla ricerca del selvaggio che è in ognuno di noi.
Solo così possiamo condividere con tutti il nostro immaginario sano e sincero di saperi e sapori.