Wilden Herbals meets / Intervista a Giorgia Capoccia, Co-Founder e CEO di ZenPass

Come nasce il progetto di ZenPass?
ZenPass nasce da un’urgenza, prima ancora che da un’idea. Dopo più di un anno immersi nel mondo del benessere olistico, parlando con centinaia di professionisti—terapeuti, operatori, insegnanti—ci siamo resi conto che mancava qualcosa di fondamentale: un supporto concreto per chi ha scelto di aiutare gli altri. Queste persone sono preparate, appassionate, estremamente competenti nella loro pratica…ma spesso totalmente abbandonate quando si tratta di far crescere il proprio progetto, trovare clienti, gestire pagamenti, creare continuità.
ZenPass nasce per rispondere a questo vuoto. Non volevamo creare un altro gestionale, ma un sistema integrato che unisse strumenti pratici, educazione e una comunità vera. Un luogo dove i professionisti del benessere non si sentissero più soli, ma supportati, visti, potenziati. Un progetto che mettesse davvero al centro la crescita, non solo spirituale, ma anche imprenditoriale. Perché non c’è niente di più potente di una persona che fa il lavoro che ama, con gli strumenti giusti per farlo bene.
Quali sono i valori fondamentali che guidano il vostro lavoro?
Il primo valore è l’ascolto. Ascoltiamo sempre, in ogni fase: dal design delle funzionalità della piattaforma alle iniziative della community, tutto nasce da ciò che ci dicono i nostri practitioner. Non vogliamo essere una voce dall’alto, ma un ecosistema che evolve con chi lo vive.
Il secondo valore è l’autenticità. Lavoriamo solo con realtà che parlano la nostra stessa lingua: quella della verità, dell’intenzione, della qualità. Non inseguiremo mai mode o numeri se non c’è una coerenza profonda con ciò che vogliamo trasmettere.
Il terzo è l’impatto. Ogni scelta che facciamo è orientata a generare un cambiamento reale nella vita dei professionisti con cui lavoriamo—che sia un cliente in più, una nuova consapevolezza, una rete di supporto. Vogliamo che ogni persona che entra in contatto con ZenPass si senta accolta, rafforzata e trasformata.
In che modo selezionate i vostri partners?
La selezione dei partner con cui collaboriamo—che si tratti di brand di prodotto, servizi, o realtà affini al nostro mondo—è uno degli aspetti più curati del nostro lavoro. Per noi ogni collaborazione è un’estensione della nostra identità: non ci limitiamo a scegliere qualcosa di “utile”, ma cerchiamo ciò che ha un’anima, un’intenzione chiara e una reale coerenza con i valori che guidano ZenPass.
Il nostro processo è semplice ma profondo: ascoltiamo. Parliamo con i fondatori, comprendiamo la visione dietro il prodotto o servizio, ci facciamo raccontare il perché, non solo il cosa. Vogliamo sapere: questa realtà migliora davvero la vita del practitioner? Porta valore tangibile, ma anche ispirazione, cura, qualità?
Ogni brand o esperienza che selezioniamo deve rispettare tre criteri: autenticità (deve essere vero e non solo bello), rilevanza (deve rispondere a un bisogno reale dei nostri utenti) e vibrazione (deve trasmettere qualcosa, lasciare un’impronta emotiva, non essere neutro). Non ci interessano partnership “solo per fare numero”. Vogliamo creare una rete selezionata, viva, che aiuti i nostri practitioner a sentirsi supportati anche nei gesti quotidiani—dalla scelta di una tisana alla protezione assicurativa. Tutto, per noi, è un atto di cura.

Come coinvolgete la comunità digitale i vostri practitioners nel progetto?
La nostra community è tutto. Non è un “target”, non è un insieme di utenti: è la linfa del progetto. I nostri practitioner non sono clienti da soddisfare, ma co-creatori della piattaforma. Li coinvolgiamo in modo attivo in ogni fase: chiediamo feedback, condividiamo test, organizziamo momenti di confronto per decidere insieme dove stiamo andando.
Offriamo spazi formativi, dirette, masterclass, eventi online e in presenza dove si creano connessioni profonde. C’è uno scambio costante, autentico, e molto spesso sono proprio i nostri practitioners a generare nuove idee. Abbiamo creato un luogo dove si può crescere professionalmente, ma anche umanamente, e questo—ci dicono—fa la differenza.
Il motto di Wilden Herbals è “Sani e selvaggi”. Per voi, che significato ha questa frase?
Per noi essere “sani e selvaggi” è un atto di coraggio. Significa stare bene con sé stessi ma senza addomesticarsi, senza perdere la propria autenticità. Vuol dire vivere con intenzione ma anche con istinto. Essere “sani” è avere equilibrio, vitalità, presenza. Ma essere “selvaggi” è non aver paura di uscire dagli schemi, di seguire la propria visione anche se non è quella più semplice o più accettata.
Nel nostro quotidiano cerchiamo di rispettare il ritmo del corpo, ma anche quello della creatività. Ci concediamo pause, ascolto, ma anche spazi di pura esplorazione. È una danza continua tra struttura e libertà. E in quella danza, ci sentiamo vivi.
Qual è la vostra pratica quotidiana o rituale che vi aiuta a rallentare e a trovare serenità nella frenesia della vita?
Il nostro rituale quotidiano è il respiro. Può sembrare semplice, ma ha il potere di riportarci subito al presente. Iniziamo ogni giornata con qualche minuto di silenzio e centratura: un respiro profondo, una domanda aperta, un’intenzione per le ore che verranno.
Durante la giornata, ci concediamo delle “mini pause di ritorno”: dopo un meeting intenso, prima di una decisione importante, o semplicemente quando sentiamo il caos salire. Basta poco: cinque respiri consapevoli, una mano sul cuore, e tutto si riconnette.
E quando possiamo, camminiamo. Senza telefono, senza meta, solo per muovere il corpo e ascoltare ciò che emerge. Per noi il benessere non è qualcosa da conquistare, ma da ricordare. E ogni giorno è un’occasione per farlo.

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